Camini d’epoca

Camini d’epoca: un tocco di classe in più alla tua casa

Molti proprietari di casa si chiedono spesso se sia meglio acquistare dei prodotti d’epoca o lasciarsi tentare dai designer più moderni. Non si tratta soltanto di una scelta di gusto: opere come i Camini d’epoca possono dare all’ambiente un tono solenne, decisamente più apprezzato da molti amanti della casa che vogliono ritagliarsi uno spazio vintage nella loro abitazione. Occorre, tuttavia, imparare a scegliere il prodotto giusto e lasciarsi guidare nella creazione dei giusti abbinamenti, dando vita a quello che sarà lo stile distintivo del padrone di casa.

Tutto il calore dell’ambiente domestico in un prodotto

I Camini d’epoca riescono ad arricchire l’ambiente con un tocco di calore e lusso in più. Se alcuni acquirenti si innamorano immediatamente della ricchezza delle lavorazioni in pietra, altri preferiscono soffermarsi sul colore delicato e mai eccessivo delle finiture più originali: nel complesso, ciò che conquista coloro che scelgono di acquistare dei camini d’epoca sono la delicatezza e il fascino di un oggetto che esprime la classe di un tempo ormai passato ma non per questo meno apprezzato. Ogni pezzo viene collocato con cura, come se fosse un’opera d’arte perché i camini d’epoca riescono ad arricchire salotti, ingressi e ambienti formali, senza dimostrarsi mai eccessivi.

Il nostro supporto in ogni momento dell’acquisto

Gli addetti del nostro team sono pronti a consigliare ogni acquirente in maniera professionale e sempre cortese. Il nostro supporto non si limita al consiglio del prodotto da acquistare ma è stato pensato per seguire il cliente in ogni fase: si parte dal momento della progettazione dell’interno in cui verrà collocato il camino, per poi passare alle messa in posa e alla manutenzione del prodotto, in modo da non lasciare mai nulla al caso e offrire al cliente tutto il prestigio che merita.

Opere d’arte che possono lasciare perplessi

Sì, l’arte è un mondo magico, popolato da visioni fantastiche e seducenti, ma anche da tante stramberie, e da delle opere d’arte che possono lasciare perplessi. Gli artisti – specie nell’era moderna e contemporanea – cercano sempre nuovi modi di esprimere sé stessi e la loro percezione del mondo, cercando anche di distinguersi dalla massa. È per questo motivo che gran parte della produzione artistica contemporanea può risultare strana o incomprensibile, a volte nemmeno definibile come “arte” nel classico senso del termine. Vediamo ora qualche opera d’arte bizzarra della contemporaneità, e perché l’argomento dell’essenza dell’arte è ancora così ampiamente dibattuto.

Opere d’arte che possono lasciare perplessi: la pop art e le avanguardie

Chi non ha mai sentito parlare di Andy Warhol? Bè, questo artista ad oggi straordinariamente quotato viene, spesso, giudicato come incomprensibile. Con lui anche Marcel Duchamp, grande avanguardista francese che inventò la ready made. Il suo celeberrimo (e quotatissimo) orinatoio rovesciato suscita sempre sentimenti contrastanti negli spettatori: si passa da un semplice “ma perché?” ad un più categorico “avrei potuto farlo anche io”, fino all’adorazione degli esperti che lo giudicano un vero e proprio genio. La zuppa di pomodoro Campbell, l’orinatoio (e anche i noti barattoli di Piero Manzoni) sono, sì, a tutti gli effetti delle opere d’arte, con un contenuto intrinseco di denuncia rispetto al contesto nel quale gli artisti vivevano. E provate a immaginare: se idee del genere sono ancora oggi controverse, quale reazione avranno avuto dal pubblico del tempo, non abituato ad un certo tipo di estetica?

Altre opere d’arte che possono lasciare perplessi: un tuffo nel passato

Ma le stramberie sono sempre esistite. Il principe delle stranezze nel passato? Sicuramente Hieronymus Bosch, pittore olandese di grande fama che con i suoi quadri bizzarri ed onirici ha rivoluzionato l’estetica fiamminga cinquecentesca, arrivando a immaginare paesaggi che sarebbero degni di Dalì, più di 400 anni dopo. E l’essenza dell’arte in sé stessa, anche se la questione è ancora ampiamente dibattuta, forse è tutta qui: le opere d’arte che possono lasciare perplessi non sono null’altro che geniali visioni dal futuro.

Aste di quadri antichi

Una delle soluzioni più semplici per dare carattere ad un’abitazione è l’utilizzo di quadri decorativi da appendere alle pareti. Se poi l’abitazione è già arredata con mobili d’epoca o è caratterizzata da un arredo tipicamente retrò, non c’è niente di meglio che aggiungere dei quadri antichi per completare l’opera. Per acquistare quadri d’epoca è necessario prendere parte alle aste di quadri antichi, dove è possibile trovare dipinti storici la cui genuinità è garantita e certificata. Antichità La Pieve, ad esempio, si occupa proprio della compravendita di quadri antichi aiutando il cliente a scegliere quello che meglio si adatta ai suoi gusti e alle sue possibilità di spesa.

Aste di quadri antichi per dipinti dei secoli passati

I quadri antichi sono oggetti di grande pregio piuttosto variegati, che si distinguono per la tecnica e la scuola pittorica, il secolo di appartenenza e la cornice applicata. I dipinti provenienti dalle aste di quadri antichi di Antichità La Pieve spaziano dal XVII secolo al XVIII secolo e sono realizzati in olio su tela con le tecniche pittoriche tipiche della scuola lombarda, veneziana, emiliana e genovese. Anche i soggetti dei dipinti sono numerosi e adatti a soddisfare ogni gusto: nature morte, vasi di fiori, soggetti religiosi, ritratti di personaggi appartenenti a famiglie nobili e capricci architettonici.

Le cornici dei dipinti venduti nelle aste di quadri antichi

Caratterizzati da forme tra le più disparate, rettangolari e rotonde soprattutto, i dipinti antichi venduti nelle aste antiquarie sono spesso accompagnati da cornici ricche e curate nel dettaglio. Qualora il dipinto antico non dovesse essere corredato da cornice, è sempre possibile rivolgersi ad Antichità La Pieve per trovare una cornice adatta e allo stesso livello di preziosità del dipinto, con la garanzia di entrare in possesso di pezzi unici ed originali certificati da professionisti del settore della compravendita di oggetti antichi.

Le figure geometriche nell’arte

Quadrati, cerchi, triangoli e rettangoli: le figure geometriche nell’arte sono sempre state presenti, sia sotto forma di figura definita che come base per creare composizioni armoniose o caratterizzate da un particolare significato. La prima apparizione delle figure geometriche nell’arte si ha, addirittura, con le pitture rupestri: le popolazioni primitive desideravano riprodurre il mondo che li circondava a scopi sia magici che di narrazione, e il modo più semplice era utilizzare tratti stilizzati che riferivano simbolicamente ad un oggetto reale. Ma non solo: nell’arte e nell’artigianato della Grecia antica e nel mondo orientale, mediorientale e delle civiltà precolombiane i motivi geometrici regolari furono spesso utilizzati come ornamento di opere più complesse e, in molti casi, queste decorazioni veicolavano in preciso significato.

Geometria e arte: una storia lunga quanto la storia dell’uomo

Passando ad epoche più recenti, è facile notare quanto l’armonia nella composizione diventi progressivamente sempre e sempre più importante. Proprio per ottenere il miglior effetto estetico i più celebri artisti rinascimentali utilizzavano regolarmente figure geometriche (come il triangolo) come canovaccio per la composizione, assicurandosi così risultati che rasentavano la perfezione assoluta. Tra gli esempi più noti troviamo sicuramente la Pietà di Michelangelo, e Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino di Leonardo, oltre a migliaia di opere minori dell’epoca, quasi tutte a carattere religioso.

Le figure geometriche nell’arte: epoca moderna e contemporanea

Sì, l’amore per la geometria non conosce confini: Kandinskij, Mondrian, Picasso, e tutti i movimenti avanguardistici dello scorso secolo hanno sempre utilizzato forme geometriche particolari per rendere viva l’opera, spesso e volentieri anche con intenti simbolici molto evidenti – vedi il caso di De Chirico con l’uovo. Una menzione particolare va dedicata ad Escher: la sua arte, illusoria e sconvolgente, è interamente basata su rigidi calcoli matematici, ispirati alle geometrie simmetriche dei cristalli. Ed oggi? Bé, l’amore degli artisti per la geometria non è finito: le figure geometriche nell’arte contemporanea stanno tornando prepotentemente, complice anche un certo gusto d’ispirazione minimalista, perfino nei graffiti. E qui, in ultimo, arrivano Haring e Basquiat: due visionari capaci di trasmettere grandi emozioni, con un semplice simbolo grafico e geometrie ridondanti.

L’uso delle opere d’arte nella letteratura

[p]L’uso delle opere d’arte nella letteratura dimostra quanto saldo e indissolubile sia il legame esistente tra le varie tipologie di espressione artistica. Un esempio di questa sorta di connubio tra arti figurative e letterarie è rappresentato da una delle tele più famose del Romanticismo ottocentesco: il Viandante sul mare di nebbia. Si tratta di un dipinto a olio su tela, realizzato dal pittore tedesco Caspar David Friedrich nel 1818 e custodito attualmente in una delle sale della Hamburger Kunsthalle di Amburgo. Il dipinto raffigurante un viandante solitario, ritratto di spalle, mentre contempla la natura primitiva di una valle avvolta da foschia e sferzata dal vento, è considerato il vero e proprio simbolo dell’anelito al sublime tipico della letteratura d’epoca romantica.[/p]

[h2]L’uso delle opere d’arte nella letteratura del passato[/h2]

[p]L’uso delle opere d’arte nella letteratura in alcuni casi è del tutto inevitabile, specie se l’artista dell’opera figurativa dimostra il suo talento anche con altre forme di espressione. È questo il caso, ad esempio, del poeta e incisore inglese William Blake, vissuto tra la seconda metà del ‘700 e i primi anni dell’800, e conosciuto non solo per le sue fatiche letterarie, ma anche per le illustrazioni che le accompagnavano. Tra le opere pittoriche più famose di Blake, si possono ricordare Elohim crea Abramo, del 1795, Newton, e Il Grande Drago Rosso e la Bestia venuta dal mare, del 1805.[/p]

[h2]L’uso delle opere d’arte nella letteratura contemporanea[/h2]

[p]Se ci si sofferma a prendere in considerazione la letteratura contemporanea, l’uso delle opere d’arte intrecciato ad altri tipi di espressioni artistiche continua a svolgere un ruolo di primo piano. Spesso, infatti, il connubio di arte figurativa e poetica rappresenta il mezzo più efficace per esprimere le contraddizioni dell’epoca moderna e lo stato d’animo dell’artista.[/p]

L’antiquariato militare

La cosiddetta “militaria” raccoglie tutti gli oggetti, le armi, i documenti e gli strumenti utilizzati dalle forze armate di tutto il mondo nel corso dei secoli. Non a caso, essa rappresenta da sempre una delle più diffuse forme di collezionismo, capace di affascinare milioni di appassionati in ogni parte del mondo.

La ricerca di antichi tesori bellici, inoltre, ha portato alla diffusione non solo di un fiorente mercato di pezzi d’antiquariato militare, ma anche alla nascita di musei e gallerie d’arte dedicate proprio a questo genere di reperti. Da essi, dopotutto, dipende anche la memoria di alcuni dei periodi più tristi della storia dell’umanità, fra i quali spiccano senza dubbio la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.

Il fascino irresistibile dell’antiquariato militare

Visti i noti trascorsi di guerre e conflitti interni, l’Italia costituisce una vera e propria miniera d’oro per tutti gli amanti dell’antiquariato militare.

A tutto ciò si aggiunge anche il prestigio delle nostre forze armate, che rappresentano un’ulteriore fonte di testimonianze di grande fascino e importanza storica.

Questa nobile forma di collezionismo raccoglie del resto ogni genere di cimeli appartenenti all’ambito militare, dalle armi alle divise, dai documenti agli effetti personali dei soldati, senza dimenticare i mezzi e gli strumenti anticamente in uso alle forze armate.

Militaria: una passione senza confini

Una delle caratteristiche peculiari che contraddistinguono il collezionismo di reperti militari antichi è l’assenza di confini culturali o geografici. I cimeli, a prescindere dalla loro provenienza e appartenenza, godono non soltanto di un valore commerciale ma anche storico e culturale. Essi raccontano spesso storie e vicende di vita vissuta in tempi di guerra, tenendo vivo il ricordo del passato come monito per le future generazioni.

L’acquisto di tali cimeli è dunque molto più che una semplice forma di collezionismo, ma anche un’occasione unica per tramandare la storia militare in tutte le sue accezioni più o meno nobili.

L’antiquariato militare

L’antiquariato militare

L’antiquariato militare

L’antiquariato militare

Mobili orientali antichi

[h1]Mobili orientali antichi − per dare alla tua casa lo sfarzo o lo zen[/h1]

I mobili orientali antichi possono collocarsi perfettamente nelle

stanze ariose di una villa come negli ambienti piu` ristretti di un appartamento di citta`. E adattarsi a tutti gli stili. L’espressione [i]“mobili orientali antichi”[/i] racchiude in realta` un vero e proprio universo − sia per quel che riguarda l’estensione geografica (si parla di stili arabi-mediorientali, cinesi, tibetani, indonesiani, giapponesi etc., con caratteristiche molto differenti fra loro), sia con riferimento alle diverse epoche definibili [i]antiche[/i]. In generale, nel mondo della mobilia di antiquariato, i pezzi orientali piu` ricercati sono soprattutto quelli provenienti dall’Asia centrale − Cina, Mongolia e Tibet − di ispirazione buddhista.

[h2]Tibet e Mongolia, ascesi e colori[/h2]

Se e` vero che l’arte e lo stile arredativo dell’Asia centrale subiscono da sempre l’influenza della grande Cina, bisogna pero` riconoscere ai mobili mongoli e tibetani dei tratti distintivi propri. La spartanita` delle antiche popolazioni di questi luoghi − motivata dalle dure condizioni climatiche oppure dalla rigida disciplina monastica −, si rispecchia infatti nei loro arredi essenziali. Realizzati in legni bruni come il cedro e il pino rosso, questi mobili orientali antichi hanno linee pulite e geometriche, concedendo uno sfogo alla creativita` solo nelle vernici e nelle decorazioni realizzate a mano (quelle sì, vivaci e fantasiose!) In particolare, fra i colori ornamentali prevalgono: il giallo, il rosso e il verde. E i disegni sono finemente curati.

Sui mobili della tradizione tibetana, e` facile riconoscere iscrizioni simboliche di stampo religioso, che rimandano a un’atmosfera mistica fatta di candele e incensi.

Mentre gli arredi mongoli sono piu` spesso istoriati con disegni raffiguranti elementi naturali o utensili di uso quotidiano, o ancora con delle scene di caccia.

[h2]La maestosita` della Cina imperiale nei mobili orientali antichi[/h2]

Ma e` guardando i mobili e le porcellane cinesi che assisterete a un’esplosione di colore e di sfarzo. Con le laccature, i disegni minutissimi, gli intarsi e le finiture dorate che caratterizzano gli arredi del Dragone Rosso!

Opere d’arte incentrate sull’amore

[p]Se si pensa alle opere d’arte incentrate sull’amore il pensiero corre subito alla famosa tela di Gustav Klimt, dipinta tra il 1907 e il 1908, e considerata la vera e propria icona dell’Art Nouveau del XX secolo. Con i suoi scintillanti tasselli dorati, che avvolgono ed incorniciano la coppia di amanti ritratti al centro del quadro, la tela di Klimt interpreta a modo suo il concetto del romanticismo e dell’eros, che traspare dal bacio appassionato dei due protagonisti. Di notevole interesse artistico è la tecnica di realizzazione dell’opera, che richiama quella dei mosaici bizantini di Ravenna, e rappresenta la cifra stilistica del pittore austriaco.[/p]

[h2]Il bacio di Hayez[/h2]

[p]Affine per soggetto, ma decisamente distante dall’opera di Klimt per stile ed ambientazione, è Il bacio di Hayez, il cui titolo compiuto recita “Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV”. Anche questa entra di diritto nell’elenco delle opere d’arte incentrate sull’amore, dal momento che raffigura due giovani innamorati in vesti medievali, colti nell’atto di scambiarsi un appassionato e coinvolgente bacio. La tela, realizzata nel 1859, e riprodotta in seguito in altre versioni, oltre al suo spirito evidentemente romantico, nasconde in sé anche altri significati, tra cui l’amore per la patria riscoperto nel periodo risorgimentale.[/p]

[h2]Opere d’arte incentrate sull’amore: la scultura[/h2]

[p]Tra le opere d’arte incentrate sull’amore ed appartenenti al mondo della scultura,

si può citare Amore e Psiche di Antonio Canova. Si tratta di un famoso gruppo scultoreo, realizzato tra il 17887 e il 1793 ed attualmente custodito in una delle sale del Museo del Louvre a Parigi. I protagonisti dell’opera sono Amore, alato, e la giovane Psiche, la cui storia è narrata da Apuleio nell’Asino d’oro. Canova scelse di rappresentare il bacio dato da Amore a Psiche per svegliare l’amata dal sonno infernale in cui era sprofondata per l’inganno della dea Venere.[/p]

L’arte giapponese

L’arte giapponese e le influenze esterne

Ad esercitare una grande influenza sullo sviluppo dell’arte giapponese è stata soprattutto la vicina Cina. La pittura cinese T’ang, ad esempio, è stata assimilata tra il VII e il IX secolo. Tuttavia, questo non ha impedito a pittura, scultura e ad altre forme d’arte, di sottrarsi ad una vera e propria dipendenza caratterizzandosi, piuttosto, per una rielaborazione di alcuni elementi tipici. La pittura, in particolare, ha visto gli artisti del Sol Levante innovarsi pur partendo dai modelli cinesi.

Le diverse forme d’arte, dalla pittura agli origami

L’arte giapponese ha trovato espressione non solo nella pittura e nella scultura, ma anche nella decorazione delle ceramiche, nelle stampe xilografiche, negli origami e nella calligrafia (sia su seta che su carta). Recentemente, anche i manga sono entrati di diritto a far parte delle forme d’arte. La storia del Giappone, che ha visto susseguirsi invasioni e periodi di isolamento dal mondo esterno, ha certamente favorito la capacità di assorbimento ed imitazione degli elementi che meglio si conformavano ai canoni estetici giapponesi

Per trovare i primi esempi di arte complessa del Paese è necessario risalire al VII secolo, epoca che ha visto uno stretto legame tra espressioni artistiche e buddismo.

L’arte giapponese, dalle origini ad oggi

È a partire dal IX secolo che si sono sviluppate le prime forme autoctone di espressione, portando le arti secolari ad assumere un’importanza sempre maggiore. Se fino al XV secolo l’arte religiosa conviveva con quella laica, tra il 1500 ed il 1600, la religione ha visto diminuire il suo ruolo; anche l’arte giapponese finì per risentire di questo cambiamento.

La pittura, ancora oggi, costituisce la forma d’arte più diffusa in Giappone; questo anche grazie all’antica consuetudine di scrivere con i pennelli, che ha reso il popolo giapponese avvezzo ai valori estetici propri della pittura. Anche le ceramiche sono considerate una forma d’arte di elevato valore. La scultura, invece, legata prevalentemente alla religione, non riveste più l’importanza di un tempo

I maggiori collezionisti d’arte

Molte opere d’arte non sono inserite nei percorsi museali, ma appartengono a privati che le possono conservare all’interno delle loro abitazioni oppure proporle al pubblico in mostre temporanee. Nel mondo sono migliaia i collezionisti, ma quelli che sono in grado di influenzare il mercato dell’arte mondiale sono qualche centinaio e sono sparsi un po’ in tutti i continenti. Vediamo allora chi sono i maggiori collezionisti d’arte al mondo.

Dall’Asia all’America

L’Asia, il continente che si è affacciato da pochi sul mercato dell’arte, conta già alcuni collezionisti di grande rilievo. L’indonesiano Budi Tek si dedica alle installazioni d’arte moderna, mentre il cinese Liu Yiqian preferisce l’arte antica cinese tanto che ha aperto due musei privati, a Giakarta e Shanghai e ha prestato 60 opere al Museo di Pechino. Tra i maggiori collezionisti d’arte figura ai primi posti anche una giovane sceicca, Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani. Nella top ten trova posto anche una nota coppia italiana, Miuccia Prada e Maurizio Bertelli che espongono i loro tesori artistici negli edifici di una ex distilleria di Milano sud, divenuta sede della loro fondazione.

Forbes ha stilato anche la classifica che vede i maggiori collezionisti d’arte under 50 e in essa trovano invece posto molti statunitensi e sudamericani.

Le collezioni d’impresa

Chi pensasse che i maggiori collezionisti siano esclusivamente i Paperoni del mondo deve ricredersi perché vi sono anche molte società che acquistano opere artistiche che entrano così, non solo nel loro patrimonio, ma anche nell’immagine che vogliono offrire al pubblico. La rivista Forbes ha stilato anche una classifica di queste imprese e, tra esse, figurano come i maggiori collezionisti d’arte la Deutsche Bank, che oggi vanta oltre 57.000 opere, alcune delle quali esposte nelle sedi delle maggiori capitali, da Londra a Berlino. A ruota seguono altre banche, JP Morgan e UBS con quasi 40.000 opere.