Statue greche antiche: l’oggettività della bellezza

Evoluzione dell’eleganza nelle statue greche antiche

La bellezza è importante, affina il gusto e riempie la vita. Lo sapevano bene gli antichi greci che la coltivavano in tutte le sue forme e che ci hanno lasciato testimonianze eccellenti, in particolar modo nel campo della scultura.  Le statue greche antiche, partendo dalle prime forme abbozzate e piuttosto innaturali dei kùros, si sono evolute in modo spettacolare, tendendo costantemente verso la ricerca della perfezione e dei canoni universali di bellezza ed eleganza. Gli esempi certo non mancano e capolavori di fama mondiale quali la Nike di Samotracia o la Venere di Milo, supportano ampiamente questa tesi.

Opere senza tempo

Le statue greche antiche, forti della loro bellezza e della loro indiscutibile eleganza, hanno attraversato il tempo e la storia mantenendo intatte queste loro caratteristiche. In queste opere la pietra sembra subire una trasformazione, cedere la sua freddezza e lasciare spazio alla morbidezza e al calore della carne, all’impalpabilità di un tessuto o alla setosità di una chioma al vento. Divinità dallo sguardo altero e distaccato dalle vicende umane, fanciulle trepidanti d’amore o satiri irriverenti ancora oggi arrivano a noi in tutta la loro potenza estetica e spirituale.

Etica ed estetica

Seguendo i canoni ellenici della bellezza perfetta, nelle statue greche antiche etica ed estetica si fondono in un tutt’uno e i diversi soggetti rappresentati, dai personaggi mitologici fino alla gente comune, superano le caratteristiche individuali, tendendo all’idealizzazione e a un’universalità del bello. Per questo le sculture non si ispiravano mai a un unico modello ma gli artisti, alla ricerca della perfezione, si rifacevano a varie figure, assemblando  fra loro  le parti migliori di ognuna di queste. Ancora oggi queste opere sono in grado di trasmettere all’ambiente che le ospita tutta la loro clamorosa potenza scenica.