Quadro dell'Ottocento

Quadri dell’Ottocento

Il fascino intramontabile dell’Ottocento è raccontato attraverso i quadri di quest’epoca appassionata. Sono tutt’oggi molto ricercate le opere d’arte del Romanticismo e degli esponenti di Impressionismo e Divisionismo.

La natura protagonista

Tra Settecento e Ottocento l’arte è una svolta. Si afferma una nuova concezione del paesaggio: la natura con tutta la sua forza rigogliosa e dirompente diviene protagonista del dipinto. Se in passato era stata sfondo, supplemento delle rappresentazioni, ora è centrale, in primo piano. Paesaggi agresti e marini, fiumi, alberi, vallate e dirupi spiccano nei quadri dell’Ottocento, mentre le figure umane si fanno sempre più piccole e passano in secondo piano, fino a scomparire nell’immensità straordinaria di Madre Natura. Una natura non sempre benevola, energica, talvolta spiazzante.

Le sensazioni nell’arte

Gli artisti romantici nei primi anni dell’Ottocento iniziarono a dubitare delle certezze religiose e dei dogmi razionalisti dell’Illuminismo. Se nei quadri del Settecento uomo e natura erano in perfetta armonia e la natura sottostava all’uomo, obbedendo alle leggi della ragione, nell’Ottocento la natura è energia e l’essere umano è fragile. È in questo secolo che si sviluppa l’idea che per rappresentare il vero occorre trasmettere sensazioni. L’uomo è solo davanti alla natura e talvolta si sente impotente, la osserva, si emoziona.

Artisti come Turner e Van Gogh scoprirono come l’immagine del mondo reale fosse generata da un’impressione: gli oggetti erano visioni filtrate dalla percezione soggettiva, non c’era nulla di certo e ben definito.

La pittura “dal vero”

L’artista romantico per realizzare i suoi quadri sposta colori, pennelli e tele all’aria aperta e qui dipinge “dal vero”, ritraendo la realtà in momenti di vita sociale, scene naturali, luoghi della quotidianità. E, soprattutto, l’artista dell’Ottocento comprende che per rappresentare la realtà occorre confrontarsi con essa e andare oltre la pura immaginazione. Per cui i quadri dell’Ottocento nascono da questa immersione totale nel paesaggio. Nello studio si completano i quadri grandi o si eseguono i ritratti, ma il vero atelier è fuori.

La rapidità dell’esecuzione

Per cogliere la sensazione, la rivelazione (l’epifania), diventa importante, oltre all’osservazione, anche la rapidità dell’esecuzione: il dipinto è realizzato tutto in una volta, con pennellate veloci, leggere e intense.

Il moto ondoso del mare, un fiume impetuoso, l’aridità della campagna d’estate: tutto in natura diviene fonte di emozioni e di ispirazione.

È l’epoca del “Gran Tour”, i viaggi intellettuali dei giovani borghesi. E nell’arte ottocentesca troviamo “cartoline” di posti ameni come porticcioli, piccoli borghi, castelli o rovine storiche.

Il pittore “memorizzava” il paesaggio e realizzava velocemente la veduta, per conservare impresso nella memoria quanto aveva visto e poi, attraverso pennellate rapide, con giochi di luce e sfumature di colore, ricreava quelle atmosfere che oggi – sappiamo – contraddistinguono i quadri dell’Ottocento.

Pubblicato da

Antichita La Pieve

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